Luukas non ha ancora perso del tutto il lume della ragione tanto da alzare le mani o addirittura un bastone contro un simpaticissimo orso che, come dargli torto, in questo caso avrebbe comprensibilmente voglia di reagire

Zot, come è stato spiegato, nella lingua parlata è entrato l'uso di esprimere la prima persona plurale dei verbi con una forma identica a quella del passivo.
Nell'esempio del ritornello è inequivocabile che si tratta di prima persona plurale dato che compare sempre il soggetto
me. Dato che il passivo proprio finlandese è impersonale, la presenza del pronome
me fa escludere che si tratti di un vero passivo.
È vero che il passivo finlandese regge un complemento oggetto che è nella forma dell'accusativo senza desinenza (cioè identico al nominativo), ma questo non è vero per i pronomi che hanno un autonomo accusativo (casomai meidät ma non me, se fosse complemento oggetto).
In ogni caso heilua è un verbo intransitivo, quindi non potrebbe mai reggere un complemento diretto.
L'uso di forme identiche per usi diversi non deve comunque spaventare. La frase
sono in casa non è altrettanto equivoca?
Il caso di affinità tra parlata toscana e puhekieli messo in evidenza da Karhi mi ha sempre incuriosito. Non so se ci possa essere una logica o un motivo comune nel fatto che in entrambe le lingue si è ottenuto un esito analogo. In ogni caso lo trovo interessante.
Roby, io tradurrei così:
Mä oon aamu - joka itseään illaksi luulee
Io sono il mattino che crede di essere la sera (che si crede la sera)
Mä oon kuiskaus - joka huutona äänensä kuulee
Sono il sussurro che sente la propria voce come un urlo
Ja mä oon tuuli - joka myrskyksi itsensä suuttuu
Sono il vento che si arrabbia diventando tempesta (qui le traduzioni coincidono)
Mä oon laine - joka mereksi muuttuu
Sono un'onda che si trasforma in un mare
Jolta rannat puuttuu
a cui mancano le coste