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La Finlandia vista dagli Italiani e dai Finlandesi
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Autore Discussione: La Finlandia vista dagli Italiani e dai Finlandesi  (Letto 21319 volte)
Zot
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« inserita:: Ottobre 20, 2005, 23:29:37 »

Moi Kaikille !

Il seguente thread è l'inizio di una nuova e spero utile discussione che nasce dalla curiosità di molti dei partecipanti a questo  forum ( me compreso ) di provare ad andare un po al di là della superfice per quel che riguarda le caratteristiche ed il modo di vivere e di essere dei finlandesi in finlandia scoprendo e grattando piu in profondità e forse con occhio piu disincantato le peculiarità e gli atteggiamenti propri dei finlandesi.

Insomma la finlandia vera quella di tutti i giorni... con le banalita e le difficoltà, i difetti, le gioie e le delusioni  osservate e vissute sia dai finlandesi nativi che dagli italiani che li vi si sono stabiliti stabilmente o che  hanno sviluppato relazioni durature piu o meno intense per varii motivi, per amore, famiglia, lavoro e quanto altro.

Spero che l'introduzione e il titolo del topic sia di gradimento per tutti.

E lascio la parola a Geppo che forse vuole iniziare riportando alcune testimonianze raccolte sul posto .. in occasione del suo ultimo viaggio.


Grazie a tutti quelli che vorranno intervenire.

 Smiley
   
« Ultima modifica: Ottobre 20, 2005, 23:50:47 da Zot » Registrato
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« Risposta #1 inserita:: Ottobre 21, 2005, 00:25:16 »

Dunque, un incarico gravoso da cui a questo punto non posso tirarmi più indietro, avendo lanciato la pietra almeno un paio di volte... Il mio punto di vista è relativo a come gli italiani vedano la Finlandia, per frequentazione semi-profonda o per averci vissuto a lungo; credo di intuire che Zot abbia intuito (scusate il calembour) dove volevo andare a parare parlando in particolare del gestore di 'Pompei'. A tal proposito non vi nascondo un certo imbarazzo nel parlare dei fatti altrui, per cui cercherò di impostare il discorso nel modo più impersonale possibile, così come mi è stato effettivamente illustrato a suo tempo.
Il discorso è partito dal solito 'come mai in Finlandia?' a me rivolto, domanda retorica, quando non lo è 'Finlandia' viene sostituito da 'posto di disperati'... Prima considerazione: a detta degli italiani che ci vivono e che non sono ingegneri della Nokia o docenti universitari, l'unica (o quasi) ragione per arrivare in Finlandia è l'amore per una finlandese, almeno lo è stato nel caso loro (e mio). Segue un lungo elenco di amici che, al pari loro, sono divorziati da tempo e restano lì solo perché tornare in Italia sarebbe un trauma 'professionale': se torno che faccio? Mi fermo e lascio per dopo il secondo, non meno traumatico, risvolto della permanenza dell'emigrante italiano 'medio' in Finlandia.
P.S. chi mi parlava non lo faceva per spaventarmi (a loro dire), non generalizzava...
« Ultima modifica: Ottobre 21, 2005, 00:46:54 da geppolet » Registrato
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« Risposta #2 inserita:: Ottobre 21, 2005, 01:32:27 »

Moi geppo,

Grazie per la prima parte del contributo .. sono curiosissimo di sapere cosa ci attende nella seconda .. nel frattempo un primo commento mi sembra il caso di farlo.

Avevo già in parte 'intuito' quale fosse il tenore della testimonianza : il tipo di storia che ti ha raccontato il gestore del ristorante Pompei ricalca quelle già sentite altre volte e cioè il percorso tipico dell'italiano (maschio) che va in finlandia attirato dalle sirene bionde che sogna di sposare ( e purtroppo lo fa ) e che dopo l'immancabile divorzio a cui si arriva nel giro solitamente di soli due/tre anni si ritrova col proverbiale pugno di mosche finniche in mano...

Spesso a contorno della storia c'è anche il pargoletto italo-finnico affidato di solito  alla indipendente madre finlandese che decide di proseguire il percorso da sola.

Peraltro il divorzio subentra sempre subito dopo la nascita del figlio... in quel caso credo sia molto difficile prendere una decisione di rientro in Italia ... oltre alle banali ragioni di ordine lavorativo che hai già citato direi che ci sono anche quelle che ti legano ai bambini .. le persone finiscono col rimanere li anche dopo il divorzio e anche se il connubio con la finlandia è finito da un pezzo, perchè almeno hanno la possibilità di vedere i propri figli. Storie analoghe valgono per la svezia, la norvegia, ecc.

Mi sa proprio che devo andare assolutamente a trovare ( almeno con la scusa di una pizza) la prossima volta ..questo affabile signore  cosi ho l'occasione di parlarci direttamente .. e imparare di piu ..perchè credo che valga la pena ..

Immagino che la comunità italo-finlandese di Helsinki essendo abbastanza ridotta si conosca ( non dico si frequenti .. ma almeno conosca di vista ) piu o meno tutta ... quindi le storie di tutti gli espatriati dovrebbero essere piu o meno note.

DOMANDA : Il gestore del Pompei da quanto tempo è in Finlandia ?


OSSERVAZIONI :

1) Delle coppie-miste che conosco io ho notizie solo di due che hanno resistito alla prova del fuoco del matrimonio finnico .. e sono in entrambi i casi rispettabilissime e attempate persone di una certa eta con lui italiano e lei finlandese incontratisi 40/50  anni fa e poi trasferitisi in Italia... questo credo che sia un elemento da tenere in considerazione.

2) Ho anche notizia di un paio di coppie miste in cui LEI è italiana ed il marito finlandese .. persone giovani .. e vivono in finlandia .. ed a parte le difficolta di ordine piu generale.. sembra che resistano meglio .. le coppie Lei italica - lui finnico sono meno frequenti rispetto all'altro tipo ma forse le nostre ragassuole ( forse ) hanno semplicemente piu pazienza .

3) Disclaimer : fanno eccezione rispetto ai punti sopra citati tutte le signore e signorine finlandesi che frequentano e leggono il forum che sono senzaltro persone squisite, sincere, affidabili e di buona famiglia ( ciao salla ).

4) Anche l'italiano che va in finlandia seguendo solo l'istinto amoroso ( o altro ) probabilmente dovrebbe essere piu onesto con se stesso .. e capire cosa vuole.

bene il commento è stato sin troppo lungo ..

attendo la seconda parte ...

moi moi



« Ultima modifica: Ottobre 21, 2005, 01:40:17 da Zot » Registrato
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« Risposta #3 inserita:: Ottobre 21, 2005, 01:34:00 »

siccome, come al solito, di dormire non se ne parla proprio, rieccomi alle mie cronistorie delle 'sventure' dell'emigrante italiano 'medio' in Finlandia che, non mi stanco di ripetere, sono tentativi di mimesis di quanto ascoltato, senza la possibilità di inferirne un mio giudizio (quantomeno ci provo).
Il secondo punto affrontato dall'amico 'Pompei' (al quale comunicherò al più presto circa la discussione in corso) riguarda la scarsa socievolezza del popolo finnico durante la stagione invernale. Mi diceva 'non guardarli adesso (n.d.r. fine di agosto), che tutti corrono dappertutto, escono, stanno in giro... di inverno si chiudono in casa e perdono tutta la voglia di vivere. Escono solo il fine settimana'. Conseguenza di ciò è il riunirsi degli italiani in uno stesso posto, che diviene rifugio e fuga dalla società finlandese, gelida come il clima che la avvolge nei mesi invernali: spesso proprio nel locale 'Pompei' (per inciso, l'esperienza riportata è frutto di residenza ultra-decennale ininterrotta, quindi scevra da fraintendimenti da prima impressione). E -come diceva il sempre compianto Corrado Mantoni- non finisce qui...
« Ultima modifica: Ottobre 21, 2005, 01:37:32 da geppolet » Registrato
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« Risposta #4 inserita:: Ottobre 21, 2005, 10:52:51 »

Ha ragione il gestore di Pompei! Cheesy E confesso di essere proprio così anch'io! Di inverno mi sento così stanca che esco MOLTO raramente... anche il fine settimana. Non posso parlare per tutti i finlandesi, ma per me è anche questione di tempo. Di inverno studio da lunedì a venerdì (e studio sul serio!) e il fine settimana lavoro. Inoltre ho un hobby molto importante per me che mi dà energia e mi fa stare bene, ma di conseguenza di tempo libero ce l'ho pochissimo... Quando poi bisogna scegliere se uscire e andare ad aspettare il treno alla stazione quando ci sono -20 gradi fuori, sapendo che quella notte non avrò tempo di dormire abbastanza o se rimanere a casa dove fa caldo e si sta troppo bene, ammetto che la decisione non è molto difficile Cheesy E so che è così anche per molte altre persone che conosco. Ma allo stesso tempo odio questa situazione, odio essere così poco socievole e mi fa tristezza che non vedo abbastanza i miei amici e soprattutto la mia famiglia. Magari il giorno fosse più lungo!!! Con questo non cercavo di difendere i finlandesi, perché la situazione è molto brutta e triste e non mi piace, ma cercavo solo spiegare cosa possibilmente c'è dietro questo comportamento.


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« Risposta #5 inserita:: Ottobre 21, 2005, 11:08:57 »

Ah, e un'altra cosa ancora...
i finlandesi secondo me non sanno come divertirsi.... avrebbero molto da imparare da voi italiani!!! In Italia è bellissimo uscire... si cena insieme, si organizzano dei picnic, e addirittura nei pub puoi passare una serata indimenticabile (mi manca tutto questo Cry)
Qui da noi invece "uscire" quasi sempre vuol dire andare a qualche locale ad ubriacarsi. Quelle poche volte che si esce, poi "si festeggia davvero". Per me questa cosa forse dà più fastidio che ad altri perché io non bevo. E la cosa più triste è che qui mica tutti bevono, in realtà sono tanti quelli che non vogliono ubriacarsi, ma allo stesso tempo sembra che "si vergognino" di dirlo, e così quando si progetta una serata, quasi nessuno mai dice che preferirebbe fare qualcos'altro che andare ad un locale... rimangono zitti.
(Ho paura di aver generalizzato un po' troppo... ricordate che ci sono anche tante tante eccezioni... )

PS. E volevo ancora dire che stavo parlando dei dei giovani adulti (18-25 anni). Con le persone più grandi la situazione è già molto meglio secondo me Smiley
« Ultima modifica: Ottobre 21, 2005, 11:27:58 da salla » Registrato
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« Risposta #6 inserita:: Ottobre 21, 2005, 11:35:00 »

Buongiorno...
Tento di inserirmi in questa discussione dai temi piuttosto forti...
Gli spunti di conversazione che avete toccato sono tantissimi, quindi mi limito alla mia testimonianza, ancora in progresso, e ai punti che un po' mi hanno turbato...
Molti già sanno che appartengo, in parte, al secondo caso illustrato da Zot
Citazione
2) Ho anche notizia di un paio di coppie miste in cui LEI è italiana ed il marito finlandese .. persone giovani .. e vivono in finlandia ..

nel senso che il mio ragazzo è finlandese e mi trovo in finlandia da giugno proprio per provare a capire se la finlandia (paese, persone,usi e tradizioni) è il paese dove andremo a stare o, ci trasferiremo in Italia...

Questo premesso, dal mio punto di vista chedo che occorrerebbe estendere la crisi post primo figlio

Citazione
Peraltro il divorzio subentra sempre subito dopo la nascita del figlio...

non solo alle coppie italo-finlandesi o a

Citazione
Storie analoghe valgono per la svezia, la norvegia, ecc.

ma a tutte le coppie miste  e,se vogliamo, a tutte le coppie dei nostri giorni, continuando un parallelo con le coppie dei nostri genitori...

La crisi del primo figlio mette in moto una serie di meccanismi e di nuovi equilibri per cui, nelle coppie in generale, l'uomo può sentirsi fuori dell'insieme madre-figlio, la donna si trova a dover fare i conti con dei cambiamenti ormonali, fisici e psicologici non certo indifferenti e con il desiderio di non voler rinunciare alla sua indipendenza e al lavoro...
Nelle coppie miste inoltre, oltre a questi fattori, si aggiungono le differenze di cultura piuttosto notevoli che possono peggiorare la situazione e far dimenticare alla coppia in questione che, la diversità era una delle caratteristiche che hanno favorito l'unione della coppia stessa...
Nelle coppie italo-finniche, in particolare, la differenza nell'educazione dei figli credo sia notevole. Per esempio, mettere il bambino fuori x un'ora al freddo (quando si è abituati a dire di non uscire di casa se piove, fa freddo...) o sviluppare il SISU, come si diceva in un altro post, potrebbe irritare la moglie italiana abituata a continue smancerie per il pargoletto tanto amato fino all'età dei 30 anni...
Una situazione invece in cui lei è finnica, lui italico con caratteristiche  tipo quella descritta da quest'articolo...
se irrita le italiane, potrebbe far scappare le sirene bionde, abituate ad un modello di  maggiore parità tra i sessi...

Personalmente ho trovato illuminante un articolo della rivista la rondine e un test spiritoso per gli italiani che vivono in Finlandia che ha rafforzato in me l'idea di quante difficoltà ci siano per una coppia mista.
La mia esperienza qui in Finlandia, limitata al piccolo contesto di Rauma, mi ha scoraggiato parecchio e mi ha fatto capire quanto soli e nostalgici ci si possa sentire. Ciononostante, sono fortunata perchè presto mi trasferirò a Helsinki e potrò riportare  la mia esperienza in un contesto più grande e stimolante.
Credo che questa conversazione sia utile per far prendere coscienza delle difficoltà che si possono incontrare e di quanto può essere forte il culture shock. Questo magari, per prevenire o arginare le crisi, inevitabili, di un italiano all’estero.

Riguardo alla depressione finnica invernale..Il mio ragazzo la conferma..Presto la sperimenterò e vi dirò se è sopportabile... Magari mi troverete da Pompei invece che a casa.....!
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« Risposta #7 inserita:: Ottobre 21, 2005, 12:57:44 »

Fino ad ora ho tentato umilmente la strada del cronista: quella che comporta un punto di vista asettico, acritico, impersonale. Adesso, sebbene il reportage sia incompleto, voglio intervenire in quanto Geppo.
Quello che il g. di P. e Salla dicono a proposito dell'effetto stemperante dell'inverno sulla socievolezza e affabilità dei Finnici sono cose, immagino, note ai più. Le mie conoscenze in Finlandia appartengono in grande maggioranza al gentil sesso che, parità dei sessi a parte, rimane sempre gentile... e infatti la loro iperattività estiva in Italia, che a volte addirittura mi infastidiva, mi veniva spiegata gentilmente come ovvia conseguenza di un inverno che ti limita non solo per il clima ma anche perché si lavora tanto; dicevo io: "perché dobbiamo uscire sempre e comunque (n.d.r. in Italia)?" (ATTENZIONE: IO CONTRO TRE (3) RAGAZZE FINLANDESI!); e loro: "quando verrai a vivere in Finlandia vedrai quanta possibilità e voglia avremo di uscire alla fine della giornata...".
La cosa mi era già nota, e un po' per indole personale, un po' per amore, mi va benissimo, anche perché illustrare e non sbandierare le difficoltà quando ce n'è l'occasione vuol dire essere sinceri (perché i finnici sono sinceri, non è un luogo comune), sincerità che riscontro solo nei rapporti con i pochi ma ottimi amici che ho in Italia e basta... E BASTA! Non sentirsi presi in giro forse è più importante di sentire freddo... Da ciò scaturisce una più matura e oggettiva visione del rapporto sentimentale, spoglia di qualsiasi 'mal di Finlandia' (che a mio parere non esiste, tuttalpiù esistono i 'mali d'Italia' che ci mettono voglia di scappare pure nel deserto se potessimo).
Non nego una certa sensazione di tranquillità e fiducia che si prova perché i servizi e i diritti di tutti sono rispettati e fatti rispettare, ma facciamo attenzione: anche la mia esperienza (e non i sondaggi) mi dicono che le coppie lui italico-lei finnica funzionano meglio sul territorio italiano; ma io sto bene in Finlandia... certo, ho tanta nostalgia dei miei amici e della mia famiglia, dei miei gatti, ma non delle persone che mi trovo di fronte ogni giorno quando vado negli uffici, nei negozi, per strada, all'università, sui treni... diciamo che sono stanco, quasi stanchissimo di questo posto e di questa società che ormai ha pochissimo di 'italiano', e che non basta la pizza, la pastasciutta, il pomodoro, il sole per sentirsi realizzati.
E poi (chiedo umilmente scusa alle donne del forum per quello che sto per dire) la mia finlandese vale tutte le italiane messe assieme, me lo ha dimostrato in 5 anni di pazienza da parte sua e di temporeggiamenti da parte mia: secondo voi come potrò stare male in Finlandia, stando di fianco alla donna che mi ha aspettato come Penelope ha fatto con Ulisse? Non eravamo noi ad avere radici greche? donne italiane, leggete di meno i polpettoni rosa e non guardate proprio Maria De Filippi...
« Ultima modifica: Ottobre 21, 2005, 13:05:03 da geppolet » Registrato
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« Risposta #8 inserita:: Ottobre 21, 2005, 12:58:31 »

Moi Kulta78,

Citazione
La mia esperienza qui in Finlandia, limitata al piccolo contesto di Rauma, mi ha scoraggiato parecchio e mi ha fatto capire quanto soli e nostalgici ci si possa sentire.

Grazie anche per il tuo prezioso intervento .. 

Citazione
Credo che questa conversazione sia utile per far prendere coscienza delle difficoltà che si possono incontrare e di quanto può essere forte il culture shock. Questo magari, per prevenire o arginare le crisi, inevitabili, di un italiano all’estero.

 
Io direi .. che forse ( anche al di la della questione matrimoniale ) sarebbe interessante descrivere in generale la tua esperienza nella quotidianità di Rauma e quello che ti ha scoraggiato puo essere utile per tutti/e.

Ciao
« Ultima modifica: Ottobre 21, 2005, 13:05:04 da Zot » Registrato
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« Risposta #9 inserita:: Ottobre 21, 2005, 13:03:58 »

Moi Geppo !

Sei stato coraggioso ... devo dire. Io fossi stato in te la nota a pie di pagina sulle italiane non l'avrei fatta.. speriamo che non ci siano repliche al riguardo.

Comunque sono d'accordo con te ..  Roll Eyes

Ciao ciao

 Smiley
« Ultima modifica: Ottobre 21, 2005, 13:06:13 da Zot » Registrato
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« Risposta #10 inserita:: Ottobre 21, 2005, 14:08:03 »

Citazione
qualsiasi 'mal di Finlandia' (che a mio parere non esiste, tuttalpiù esistono i 'mali d'Italia' che ci mettono voglia di scappare pure nel deserto se potessimo).

Concordo in pieno. Spesso poi il male non è nemmeno "mal d'Italia", ma proprio un'inquietudine interiore che ci si porta dietro ovunque si vada... non entrerò nel discorso sentimentale perché non sono interessato alla lingua finlandese per motivi sentimentali (Dio me ne scampi! Cheesy ).
Per il fatto di scappare, sarei d'accordo: mi manca la Civiltà, circondato da gente che pensa che il Porsche Cayenne sia il fine ultimo della vita; mi spaventa il fatto di vivere in una società rincoglionita dagli spot dei telefonini e da una tv sempre più inguardabile. Ma ho sempre pensato che si debba rimanere a combattere per cambiare queste cose, non rifugiarsi altrove (dove peraltro non è detto che la situazione non sia la stessa). Se tutti i "buoni" se ne andassero, che cosa ne sarebbe della nostra Italia? Smiley
Ma c'è anche da dire che io sono un vecchio orso brontolone che vede persino nelle "k" e nei "nn" un segno della dissoluzione dei costumi...

Tra l'altro, penso proprio che io non sopravviverei all'inverno finlandese. Già qui l'autunno mi mette depressione (nonostante faccia di tutto per evitarla e nonostante io adori questa stagione)... mi dicevano alcuni finlandesi che nel sud della Finlandia è peggio che al nord sotto questo punto di vista, dove almeno nevica e c'è più chiaro...

Ecco, anche oggi il mio post inutile l'ho messo Smiley
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« Risposta #11 inserita:: Ottobre 21, 2005, 14:16:27 »

Le mie esperienze nella quotidianità di Rauma....

Uhm.. vediamo..

Speravo di trovare un lavoro facilmente ma ho girato tutta la città, ho inviato numerose copie del mio curriculum, non ho trovato nulla per mesi. Adesso ho iniziato da poco un lavoro temporaneo di 3 ore a settimana che svolgerò fino a metà dicembre. Inutile dire che è insufficiente per sentirsi indipendenti..Non trovando un lavoro  ho iniziato inevitabilmente a deprimermi...
Le mie conoscenze, indipendenti, ossia non amici o conoscenti del mio ragazzo, in tutti questi mesi (a parte quelle appena conosciute lavorando): 1(straniera).
Il centro è piccolissimo e le caffetterie e tutti i negozi chiudono alle 17 o al massimo alle 18.
Posti per incontrare persone, fare amicizia? Le palestre forse..
Posti dove andare? Il centro la mattina (c'è un piccolo mercato) o  una passeggiata in riva al mare (dopo un po' ti stufi).
La biblioteca forse potevo sfruttarla un po' di più.
Rauma è un pochino più viva in inverno,mi dicono... Ci sono più studenti in giro (Il mercoledì) che rigorosamente si ubriacano e vanno negli unici due locali dove si balla (Domino e Havanna).
Ci sono molte persone in giro che sembrano avere diversi problemi con l'alcool..Almeno vicino a dove sto io è così. Sono persone di mezza età, indifferentemente, donne o uomini che camminano con bottiglie in mano, anche di mattina..
Una cosa positivissima che noto è che qui gli anziani si sentono vivi..Passeggiano in bicicletta, fanno diversi sport, camminano per chilometri, leggono tanto e coltivano i loro interessi..Niente a che vedere con la media degli anziani italiani, o dovrei dire, siciliani, visto che la mia realtà è quella siciliana.
Mi dicono che a Satakunta, la regione di Rauma, le persone sono più fredde che nel resto della Finlandia e che quindi è difficile fare amicizie.. Cosa che in parte posso confermare visto che gli amici  di Pohjanmaa del mio ragazzo sono molto più curiosi ed interessati a conscere me e la mia cultura...
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« Risposta #12 inserita:: Ottobre 21, 2005, 14:50:31 »

per kulta78:

hai descritto la situazione dei paesi intorno al mio, in provincia di Lecce; all'alcol aggiungi un po' di SacraCoronaUnita e di droga, i vecchietti mettili in barca o in campagna ed è fatta... allora? La differenza è tra Italia e Finlandia o tra realtà limitate geograficamente e culturalmente e realtà più ampie e di più ampio accesso a sevizi e strutture? Ti dirò una cosa che spero sia per te un incentivo e non un ulteriore motivo ad arrenderti: senza muovermi dall'Italia ho trovato più di qualche occupazione a Helsinki, a qualcuna ho rinunciato perchè a questo punto posso permettermi un minimo di ambizione, magari poi non ottengo niente e sono punto e a capo, ma almeno non sarò caduto in depressione... oltretutto a Helsinki per strada vengo sempre avvicinato da qualcuno che se vado via ci resta un po' male, magari se tu ci permarrai più di me noterai risultati anche sul piano dei rapporti interpersonali

per karhu:

hai parlato benissimo, sono d'accordo... per questo ci tengo a dirti che io non so cosa succederà e che gli eventi e la volontà al 50% mi hanno regalato la possibilità di fare questa esperienza: non scappo, mi godo la fortuna che ho, poi magari torno perché ho tanta voglia di entrare nella scuola italiana e stare con i nostri giovani, aiutarli per come posso, con le mie misere forze e con l'esperienza... l'esperienza del confronto, non la fuga... alla faccia della Moratti! Wink
« Ultima modifica: Ottobre 21, 2005, 17:58:39 da geppolet » Registrato
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« Risposta #13 inserita:: Ottobre 21, 2005, 15:44:03 »

Ullallà che discussione! Qui la cosa si fa seria...
Per quanto riguarda il rapporto nelle coppie italo-finniche, beh... per quanto mi riguarda se trovassi un ragazzo con cui condividere idee ecc. farei qualsiasi sacrificio per rimanere con lui, e ogni eventuale sacrificio non sarebbe più tale, ne sono convinta. (Per ora il problema non si pone, visto che sto constatando che tutti i miei coetanei sono interessati unicamente a winnie the poo, si, sono davvero molto maturi Embarrassed).

Voglio dare ragione a Karhu: non è giusto scappare per risolvere i propri problemi, ma io ad esempio non ce la faccio a restare, penso che dopo un po' impazzirei. E comunque penso che ognuno di noi abbia il diritto di essere felice, e se questo vuol dire lasciare il Paese dove si è nati... e sia. Io non me la sento davvero di giudicare.
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« Risposta #14 inserita:: Ottobre 21, 2005, 16:24:53 »

Citazione
E comunque penso che ognuno di noi abbia il diritto di essere felice, e se questo vuol dire lasciare il Paese dove si è nati... e sia. Io non me la sento davvero di giudicare.

Ma infatti, ho detto "spesso", non "sempre". Smiley  Questo perché conosco molte persone che vogliono scappare senza aver provato prima a capire da che cosa o verso cosa scappano. E tra questi c'è stato (e ogni tanto c'è ancora) anche il sottoscritto, sia chiaro. Invece, altre volte è giusto e sacrosanto andarsene. Per parafrasare Tolkien, non è l'abbandono di un disertore, ma la fuga di un prigioniero. O semplicemente, come dice Geppo, un modo per confrontarsi, arricchirsi di nuove esperienze. L'importante è dare alle cose un senso e un valore (oddio uccidetemi, sto scrivendo come in una rubrica da Posta del Cuore!).
Paradossalmente, il mio discorso non era tanto rivolto a chi vuol partire o se ne è già andato, quanto piuttosto a chi si lamenta senza far nulla di concreto e idealizza tutto ciò che è altro dal quotidiano.
È che in generale mi si accende una spia di allerta quando mi si idealizza un luogo, un popolo, una situazione, e sono molto contento di un thread come questo: un po' più crudo, ma forse più realistico ed utile. Smiley

Un abbraccio a tutti Smiley
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