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Tulokas

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« inserita:: Maggio 16, 2006, 00:48:05 » |
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Ecco un articolo preso da "l'Espresso" di una settimana fa a firma di Antonio Carlucci:
Un progetto da 60 milioni di euro per riconvertire il quartiere industriale di Ruoholahti. E un altro da 22 miliardi di euro per trasformare l'area portuale in zona residenziale. La capitale finlandese cambia volto. Per diventare ancora più giovane e moderna.
Delle grandi botti di legno che per decenni hanno raccolto ogni tipo di acquavite non ne è rimasta neanche una. Molte erano ormai inservibili, legno da camino. Qualcun'altra è finita in case private. Una, addirittura, troneggia nel giardino di una villa, riconvertita in una sauna finlandese. Per il resto la fabbrica di Salmisaari, nel quartiere industriale di Ruoholahti, a ovest di Helsinki e quasi tutto ricavato rubando spazio al mare, è rinata a nuova vita. Da sede dell'Alko, la società pubblica per la produzione dell'alcol creata nel 1935 quando si concluse l'era del proibizionismo, a tribunale civile e penale. Così, il vecchio e austero palazzo di mattoni rossi dal quale sono usciti "tanti litri di alcol da riempire i 118 mila laghi e laghetti del Paese", oggi ospita giudici e avvocati in un'aria ovattata, dove ogni tanto un interfono dai decibel assai misurati informa dell'inizio di un processo nello stesso momento in cui il medesimo annuncio appare su uno schermo gigante. La trasformazione della fabbrica che fu progettata dall'architetto Vaino Vahakallio e che per molti anni è stato l'edificio più grande di tutta la Finlandia, porta la firma dell'architetto Tuomo Siitonen. "Sono state esaminate varie possibilità di utilizzo di questi spazi", racconta Siitonen a "L'espresso": "Alla fine la soluzione migliore è stata giudicata quella di destinare 23 mila metri quadri dei 70 mila del fabbricato agli 80 tra giudici e pubblici ministeri e ai 350 impiegati e dirigenti del ministero della Giustizia". Soluzione molto gradita da chi oggi lavora nella ex Alko, "Avevamo bisogno di una nuova sede", dice Antero Nuotto, uno dei capi dipartimento del tribunale, "e la decisione di farci lavorare in questi grandi spazi piuttosto che in un nuovo edificio progettato con un numero di metri quadri a testa prefissato è stata assai illuminata". La scelta è stata fatta di comune accordo da enti pubblici e aziende private. Perché la fabbrica della Alko è stata prima acquistata dalla Kapiteeli, società immobiliare a capitale misto, poi sono cominciate le discussioni sulla destinazione d'uso, quindi è stata scelta la soluzione tribunale. Che ha portato il ministero della Giustizia a firmare un contratto d'affitto con la Kapiteeli. L'intero progetto è costato una cifra intorno ai 60 milioni di euro. L'architetto Siitonen ha lavorato sulla struttura interna, i nove piani dove per anni i prodotti agricoli da trasformare in alcol venivano trasportati al piano più alto per poi cominciare il lavoro di fermentazione con un sistema a caduta. Nel nuovo palazzo di Giustizia è stato creato un effetto cattedrale tagliando al centro i solai con il risultato che dal pianterreno si vede il tetto. Che è stato aperto in due punti per distribuire la luce naturale dappertutto. Inoltre, l'architetto ha creato nuove finestre "a nastro" perché non ci fossero alcuni uffici con le aperture verso l'esterno all'altezza del pavimento e altri praticamente al soffitto. "Per l'arredamento interno e i materiali abbiamo scelto colori neutri e legno dappertutto", racconta il responsabile del progetto. La questione dei colori era direttamente legata ai quadri e alle sculture che abbelliscono aule e corridoi del tribunale e che provengono dal Museo di arte contemporanea Kiasma e dalla Commissione statale incaricata di acquistare con fondi pubblici opere di artisti finlandesi. Il nuovo palazzo di Giustizia non è l'unico ospite della ex fabbrica. La Alko ha tenuto per sé alcuni uffici destinati al vertice dell'azienda nell'ala ovest che si affaccia direttamente sul mare: nello stabilimento hanno trovato posto a partire dal 20 aprile anche una vastissima mostra-mercato di arredamento e un ristorante. La riconversione dell'ex Alko rappresenta un altro passo concreto verso la trasformazione avviata da una decina di anni di un'area tutta dedicata alle industrie e al porto. Solo pochi anni fa, un altro edificio che ha segnato lo sviluppo industriale della capitale della Finlandia ha cominciato un'altra vita. Si tratta della fabbrica di cavi Kaapeli. Oggi, a Helsinki, è il luogo giovane per eccellenza. Mentre il piano terra ospita un teatro, un auditorium, un bar, un ristorante, varie gallerie d'arte, quelli che erano uffici e reparti produttivi sono diventati atelier di pittori e scultori, redazioni di piccoli giornali underground, sedi di un paio di radio Fm, agenzie di pubblicità e pubbliche relazioni. Così, sempre seguendo i canoni della confusione in stile finlandese, ovvero conversazioni a bassa voce accompagnata da rispetto ed educazione verso chiunque, l'ex Kaapeli è la Babele intellettuale e artistica della capitale. Helsinki sta attraversando un periodo di grandi cambiamenti che daranno un nuovo volto alla città. Non è soltanto la voglia di migliorare la qualità della vita degli abitanti. "Negli ultimi cinque anni", racconta a "L'espresso" Matti Kaijansinkko, architetto e responsabile di alcuni progetti del City Planning Department, "Helsinki sta assistendo a un forte fenomeno di immigrazione: cresce alla velocità di 18 mila nuovi abitanti l'anno". La ragione? La più importante è la trasformazione subita dall'industria della carta, un tempo settore ad alto tasso di manodopera, oggi completamente automatizzato, dove la presenza del fattore umano è stata ridotta al minimo indispensabile. Se poi si aggiunge la crescita costante del livello di scolarizzazione (e dunque il rifiuto di lavori tradizionali) e la presenza a Helsinki delle più importanti industrie hi-tech, a cominciare dalla Nokia, ecco allora che la capitale è la nuova meta dei desideri dei finlandesi. Così l'autorità politica comunale ha messo a punto diversi progetti. Il più importante dei quali ha ottenuto il via libera nel 2002, dopo una battaglia durata molti anni con il voto congiunto di socialdemocratici e conservatori e l'opposizione dei verdi. Il cuore del progetto riguarda le zone di Saukonpaasi e Jatkasaari, confinanti con l'appena rinnovato quartiere di Ruoholahti. In pratica ci sarà il trasferimento del porto, oggi incuneato nel centro della capitale, in una zona a est e distante una ventina di chilometri. Con il risultato immediato di evitare che merci pesanti e pericolose siano costrette a transitare per le vie del centro di Helsinki per essere caricate sulle navi o dopo lo scarico. "Entro il 2008 l'area portuale comincerà a trasformarsi in una nuova elegante zona residenziale sul mare", racconta l'architetto Kaijansinkko. Esattamente quello che è avvenuto o sta avvenendo in altre città portuali europee, da Londra ad Amburgo, da Barcellona ad Amsterdam. È un'operazione finanziaria gigantesca, valutata intorno ai 22 miliardi di euro. Le casse pubbliche di Helsinki si riempiranno di soldi, perché la terra è di proprietà pubblica (il comune di Helsinki possiede il 75 per cento dei suoli edificabili). Il meccanismo immobiliare funzionerà in questo modo. Il Comune darà in affitto i terreni alle società costruttrici per un periodo di 60 anni, considerata la vita media di un immobile. I costruttori venderanno i palazzi. Ma i prezzi, paragonati a quelli di altre città europee, saranno più bassi perché nel costo finale non c'è il valore del terreno. E dunque tutti in qualche modo ne avranno un vantaggio. A cominciare da Helsinki, dove comincerà nel prossimo decennio una nuova stagione.
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