Questo articolo dall'Helsingin Sanomat evidenzia come il sistema di concessione del porto d'armi (aseenkantolupa) possa presentare alcuni aspetti problematici, come emerge anche dalla tragedia della scuola di Jokela.
In particolare nell'articolo si mette in rilievo come il giovane che ha sparato aveva inizialmente chiesto un porto d'armi per un'arma calibro 9 mm. La richiesta era stata respinta, anche perché si trattava delle sua prima richiesta, ed era stato indirizzato a richiedere il permesso per un'arma di calibro inferiore. Il giornalista si chiede se non si debba considerare allarmante che chi richiede il porto d'armi per la prima volta lo faccia per una pistola semiautomatica da 9 mm.
L'ispettore della polizia interpellato nell'articolo dice poi che il giovane aveva ottenuto il porto d'armi senza la necessità di effettuare alcun incontro con un funzionario di polizia (cosa che, a quanto risulta dal
sito della polizia, è una condizione necessaria per il rilascio del permesso) e che il permesso era stato concesso anche in ragione del suo essere incensurato ed iscritto come socio ad un poligono di tiro a segno. Un portavoce per l'Helsingin Shooting club, intervistato nell'articolo, chiarisce tuttavia che l'essere membro del club non fornisce un requisito preferenziale per l'ottenimento del porto d'armi e sottolinea anche come questa circostanza debba essere ben chiara alle autorità di polizia.
È difficile capire quanto gli elementi messi in luce in questo articolo siano utili per chiarire se il sistema di concessione del porto d'armi presenti effettivamente dei problemi. Ed è forse poco utile concentrarsi troppo sulla questione del porto d'armi, come se questo aspetto da solo fosse stato determinante nel realizzarsi della sparatoria.
Mi pare comunque che, esattamente come avviene in Italia quando si affronta il problema del porto d'armi, anche in Finlandia ci sia una generale impressione che il sistema di concessione offre, almeno formalmente, sufficienti garanzie, salvo poi constatare di fronte a situazioni concrete che le norme, che in astratto sembrano dare sufficiente garanzia, non hanno poi un'applicazione così rigorosa, o non sono poi così rigorose come sembrerebbero sulla carta.
Fonte:
Hesari -
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