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Pagina di stampa - alternanza vocalica e consonantica, mi ha confuso...

Forum di finlandese.net

Lingua finlandese => Lingua e grammatica => Discussione aperta da: finlandese.net - Luglio 22, 2004, 17:41:36



Titolo: alternanza vocalica e consonantica, mi ha confuso...
Inserito da: finlandese.net - Luglio 22, 2004, 17:41:36
claudia_kaunis:

Hei,

stupidamente sono andata avanti col finlandese "trascurando" o quasi l'alternanza vocalica (e anche quella consonantica!).
Mi piacerebbe avere chiarimenti, perchè il motivo per cui ho trascurato questi elementi di grammatica è proprio per il fatto che mi hanno confusa.

Quali sono gli utilizzi "pratici" delle alternanze?

luukas:

Non c'è alcun utilizzo pratico, si tratta 'semplicemente' di regole che definiscono come si trasforma la radice di una parola quando viene declinata o coniugata.

Purtroppo non tutte le parole finlandesi si comportano come ad esempio talo. In questo caso la parola nella forma del nominativo singolare (quella che trovi nel vocabolario) coincide esattamente con la sua radice. Pertando declinarla è relativamente semplice, basta attaccare alla fine della parola (= radice) la desinenza che interessa: ad esempio la desinenza dell'inessivo -ssa: talossa; del partitivo -a: taloa; dell'essivo -na: talona. Anche per il plurale, basta far seguire alla parola (= radice) la desinenza del plurale -i- e quindi la desinenza del caso che interessa. Gli esempi di prima diventano: talo-i-ssa, talo-j-a (-i- diventa -j- perchè si trova tra due vocali), talo-i-na.

Un verbo che come il sostantivo talo si comporta in modo regolare può essere sanoa. In questo caso una volta tolta la desinenza dell'infinito -a, si ottiene la radice sano- a cui si possono aggiungere le varie desinenze:
(minä) sano-n (dico);
(te) sano-i-tte (diceste);
sano-nut (detto);
sano-e-ssa (mentre si dice)

A questo punto, come detto sopra, bisogna fare i conti con tutti quelle altre parole che non si declinano o coniugano in modo semplice come talo o sanoa.
La differenza consiste nel fatto che 'tutte quelle altre paole' subiscono una modificazione nella radice quando viene aggiunta una desinenza.
Queste modificazioni nella radice sono regolate dall'alternanza consonantica e vocalica.

Prendiamo ad esempio la parola matto (tappeto). Non basta semplicemente aggiungere le varie desinenze dei casi alla parola così come è. Ad esempio il genitivo singolare di matto non è matto-n.
Sulla base della regola dell'alternanza consonantica tt-t, la radice di matto è mato-: mato-n, mato-ssa, mato-lta.
Putroppo la radice modificata può trovarsi in due diversi gradi, debole e forte. Per alcuni casi (come negli esempi poco sopra) si usa il grado debole: mato-; per altri casi quello forte: matto-. Ad esempio partitivo ed illativo richiedono il grado forte: matto-a, matto-on.

Per quanto riguarda l'alternanza vocalica, questa è determinata dalla vocale -i-, quando è aggiunta alla radice di una parola. Questa vocale -i- può essere quella che contraddistingue il plurale oppure il superlativo (-in), l'imperfetto o il condizionale (-isi-).
La regola dell'alternanza vocalica richiede che l'aggiunta della -i- modifichi la vocale con cui termina la radice.
Pertanto mentre si ha talo-i-ssa, nel caso di tie (strada), al plurale adessivo si avrà te-i-llä (non tie-i-llä)
Allo stesso modo il verbo antaa (dare) mentre al presente indicativo 3° persona sing. fa (hän) antaa, all'imperfetto fa (hän) anto-i

Alternanza consonantica e vocalica ovviamente possono coesistere in un unica parola, visto che regolano aspetti diversi della formazione della parola.
Per rifarmi all'esempio appena citato:
(minä) anno-i-n (io diedi)
(alternanza consonantica (http://www.finlandese.net/altconsonantica.html) nt-nn; alternanza vocalica (http://www.finlandese.net/altvocalica.html), caso 8a)

Spero di aver almeno dato un'idea, di qual è il senso di queste regole.

Luca

luukas:

Citazione
stupidamente sono andata avanti col finlandese "trascurando" o quasi l'alternanza vocalica (e anche quella consonantica!)
Purtroppo si tratta di un apetto pittosto complicato della lingua (ma quanto a modificazione delle radici delle parole anche l'italiano si difende bene).
Purtroppo queste regole non si possono semplicemente imparare a memoria, si deve acquisire un certo automatismo che si ottiene ascoltando, leggendo, scrivendo. Alla fine si dovrebbe intuire come una parola si modifica in una data situazione. Anche i finlandesei a volte sbagliano...
Quindi non è stupido averle tralasciate né serve a molto mettersi a imparale a memoria.
Basta capirne il senso, averne un'idea di massima, e capire come funzionano quando si incontra una parola coniugata o declinata.
Alla fine non serve a nulla ricordarsi che la vocale a cambia in o davanti alla i dell'imperfetto nelle parole bisillabe in cui anche nella prima sillaba compare la vocale a....
Imparerai che si dice nyt sataa vettä (ora piove/sta piovendo), ma eilen satoi paljon lunta (ieri è nevicato molto), così come automaticamente dici: io do e io diedi.

Luca

luukas:

Aggiungo qualcosa sull'alternanza consonantica che forse non aiuta molto ad utilizzarla (ammesso che lo si possa veramente dire) ma spero ne faccia meglio comprendere il senso (oltretutto queste cose le ho già scritte sul sito, ma magari scrivendole un'altra volta riesco ad essere più chiaro).
Vorrei far notare come osservare questa regola in funzione permette di cogliere la grande logicità della lingua finlandese.

Si devono tener presenti due diversi aspetti che interagiscono tra loro:
a) quali sono le consonanti coinvolte nell'alternanza;
b) la struttura sillabica della parola.

L'alternanza consonantica riguarda essenzialmente le consonanti p, t, k e per alternanza si intende sempre il passaggio da un grado forte a un grado debole o viceversa.
Nel caso più semplice il grado forte è dato dalla consonante lunga (= doppia) mentre il grado debole è quello della consonante breve.
Avremo così nel grado forte: pp, tt, kk; nel grado debole: p, t, k.
Esempi (grado forte: nominativo sing.; grado debole: genitivo sing.):
kuppi - kupin;
matto - maton;
laukku - laukun
Ma la consonante può comparire breve anche al grado forte. In questo caso il passaggio al grado debole coincide con una trasformazione della consonante.
In particolare:
p - v: leipä - leivän;
t - d: katu - kadun;
k - ø; laki -lain.
Queste trasformazioni non sono casuali, ma rispondono a regole fonetiche (in generale si ha il passaggio da una consonante sorda a una sonora).

Quando p, t, k si trovano unite a (= precedute) da un'altra consonante (l, m, n, r) l'alternanza di grado determina l'assimilazione di p, t, k con la consonante che precede:
mp - mm: kampa - kamman;
nt - nn: ranta - rannan;
lt - ll: ilta - illan;
rt - rt: parta - parran;
nk - ng: sänky - sängyn (qui non è direttamente evidente più che altro per una questione ortografica).

La consonante k si modifica poi in modo particolare quando è accompagnata da particolari vocali o consonanti:
k - v: luku - luvun
rk - kurki - kurjen (non sempre, altre volte rk - r: härkä - härän)


Veniamo ora al secondo aspetto, la struttura sillabica della parola.
Innanzitutto definiamo cosa si intende per sillaba aperta e sillaba chiusa.
Ad esempio nella parola italiana banca abbiamo due sillabe: ban-ca.
La prima sillaba ban- è chiusa, termina cioè con una consonante. La seconda sillaba -ca è aperta perchè termina in vocale.
Ora, in finlandese come regola generale si deve tenere a mente la corrispondenza
sillaba aperta - grado forte;
sillaba chiusa - grado debole.
È importante ricordare che la sillaba (aperta o chiusa) a cui si fa riferimento è l'ultima della radice della parola, quella a cui va attaccata la desinenza.
Prendiamo come esempio la parola katto che declineremo al nominativo, partitivo e essivo singolare e al genitivo, inessivo e traslativo singolare.
Consideriamo ora solo l'ultima sillaba della parola -to perchè è qui che dopo l'aggiunta della desinenza del caso noteremo l'alternanza di grado.
Nominativo sing.: -to
Partitivo sing.: -to-A
Essivo sing.: -to-NA
Come possiamo vedere la nostra sillaba rimane sempre aperta, quindi il grado è sempre forte. Visto che il grado riguarda la consonante -t-, sarà questa a trovarsi al grado forte, in questo caso come consonante lunga. Avremo dunque: katto, kattoa, kattona
Passiamo ora agli altri tre casi:
Genitivo sing.: -to-N
Inessivo sing.: -to-SSA
Traslativo sing.: -to-KSI
se suddividiamo correttamente le sillabe otteniamo: -ton, -tos-sa, -tok-si. In pratica otteniamo sillabe chiuse, a cui corrisponde il grado debole che per il nostro esempio significa:
katon, katossa, katoksi

Vi sono delle eccezioni.
Innanzitutto l'illativo vuole il grado forte ma non obbedisce alla regola delle corrispondenze appena spiegata.
Dividendo in sillabe kattoon otteniamo kat-toon. L'ultima sillaba è chiusa ma il grado è comunque forte. Questo succede perchè la forma dell'illativo è il risultato di un'assimilazione che ha prodotta la vocale lunga -oo- .
Con i suffissi possessivi il grado è sempre forte.
Alcuni nomi non rispettano semplicemente questa regola.

Luca